Sangue

Nei ricettari della tradizione

In ambito alimentare, il sangue bovino è un ingrediente che, per il suo elevato valore nutrizionale, è alla base di molte ricette tradizionali e prodotti tipici. È molto diffuso nell’est europeo, dove si utilizza per la preparazione di diversi insaccati. Il sangue bovino, spesso, è anche utilizzato come coadiuvante e legante. Esso migliora infatti l’elasticità dei prodotti cotti (soprattutto carne e insaccati), migliorandone quindi la struttura. Generalmente il sangue bovino viene separato in plasma ed emoglobina. Quest’ultima, di colore rosso scuro, è estremamente solubile e molto utilizzata come colorante, ma anche come ingrediente nel cibo per animali da compagnia.

La farina di sangue è il miglior fertilizzante organico 

La farina di sangue, ottenuta con opportuni processi di essicazione e sterilizzazione del sangue bovino che la rendono un prodotto totalmente sicuro, è uno dei fertilizzanti organici più apprezzati in agricoltura e in orticoltura. Essa è molto ricca di azoto che, rilasciato nei terreni in modo lento e prolungato, permette al concime a base di farina di sangue di seguire l’intero periodo vegetativo della pianta. Il rischio di dilavamento dell’azoto da parte delle piogge, utilizzando queste farine, è praticamente assente. In questo fertilizzante biologico il carbonio rappresenta circa il 33% del totale, motivo per cui la sostanza organica è in grado di migliorare sia la fertilità che la struttura dei terreni. Grazie alla presenza di emoglobina, esso fornisce anche importanti quantità di ferro libero, che può aiutare - caratteristica utile in floricoltura - a migliorare l’aspetto delle piante.

Il sangue bovino può essere trasfuso all’uomo 

Il sangue bovino, negli ultimi anni, è risultato estremamente importante anche in ambito medico. Pur non risolvendo il problema della mancanza di sangue per le trasfusioni (solo una persona su 30 dona sangue, ma ben uno su tre ne avrà bisogno nel corso della vita), l’emoglobina stabilizzata ricavata da sangue bovino può rivelarsi determinante nei casi di emergenze sanitarie, sulle autoambulanze e negli ospedali da campo in assenza di sangue compatibile o di un donatore. A differenza del sangue donato, quello di origine bovina può essere inoculato indipendentemente dal gruppo sanguigno del paziente che lo riceve, e può essere conservato senza refrigerazione fino a tre anni. Nell’industria farmaceutica si utilizza anche il sangue di vitello, di cui è stato sintetizzato un enzima che ha un alto potere cicatrizzante. Dal suo plasma, per lo stesso motivo, vengono anche ricavate fibre per la produzione di cerotti cicatrizzanti.

Col sangue bovino si possono creare anche mattoni utili nel deserto

Un architetto inglese, Jack Munro, ritenendo il sangue bovino “uno dei materiali più promettenti del mondo”, ne ha ideato un’applicazione decisamente innovativa. Miscelandolo con sabbia e conservanti e cuocendo il materiale che ne deriva per un’ora a soli 70°, Munro ha ottenuto dal sangue bovino un mattone impermeabile. In pratica, l’uso del sangue bovino in sostituzione dell’acqua renderebbe i mattoni ideali per sopportare l’aridità dei climi subsahariani. Ciò porterebbe l’edilizia dei Paesi in quelle aree a non utilizzare più elementi piuttosto pericolosi per la salute, come gli escrementi di alcuni animali. E a risparmiare acqua, laddove scarseggia maggiormente.

Il siero fetale bovino salvaguarda le cellule in vitro, fondamentali per la ricerca scientifica

Il siero fetale bovino contiene proteine plasmatiche, fattori di crescita, fattori di adesione, sali minerali, chelanti, vitamine, elettroliti e altre sostanze che favoriscono la sopravvivenza e la proliferazione di cellule mantenute in coltura. In altre parole, facilita la conservazione di cellule in vitro, che richiedono di riprodurre le condizioni dell’ambiente che si vuole analizzare.